mercoledì 7 maggio 2014

Sentirsi a casa. Essere a casa.

Ieri sera ho avuto l'occasione di scrivere un articolo sulla mia cara Pisciotta per il sito ItalyZapping (link dell'articolo qui) e mentre mi districavo tra parole, pensieri e foto (tutte esclusivamente fatte da me) da inserire, la mia mente vagava da sola in anfratti nascosti e un po' dimenticati della mia memoria.
Le immagini scorrevano per ogni descrizione, come se mi trovassi tra quei vicoli, sotto il sole e stessi percorrendo realmente la strada sotto i miei piedi e stessi davvero incontrando le persone che caratterizzano la 'mia' Pisciotta, quella che ricordo da bambina, quelle che se penso al piccolo borgo sono sempre lì, anche se alcune purtroppo non ci sono più, come i miei nonni Anella e Gabriele.
Vedo Don Peppe, il nonno di mio cugino, che torna poco dopo l'alba dalla pesca notturna delle alici ed ha sempre con sé un sacchettino da lasciare a mia nonna che subito si adopera per pulirle e prepararle per il pranzo. E le fa in tutti i modi e per tutti i gusti: marinate con solo limone e aceto, 'ndurate e fritte (passate nella farina e poi fritte) e quelle 'mbuttunate ossia due alici aperte con in mezzo una sorta di frittatina e poi passate in umido con un po' di pomodorini. O almeno è sempre così che lei le preparava e chiamava. E poi c'è mio nonno che preparava il caffè, il più buono del mondo (era barista da giovane), con l'anice che aveva sempre in dispensa, e lo offriva a Don Peppe che si fermava da noi per due chiacchiere in compagnia prima di tornare a casa sua.
Uno dei personaggi che ricordo da piccolissima ed ancora oggi è parte fondamentale della vita pisciottana è Antonio, il fruttivendolo. Con il suo camioncino, da anni, arriva a Pisciotta con frutta e verdura sempre freschissime e, ieri con mia nonna, oggi con mia mamma, ci fiondiamo fuori casa col borsellino dei soldi sotto braccio per scegliere i pezzi migliori ed immancabile è l'anguria, il melone rosso, spaccata a metà perché altrimenti non entra in frigo.
E vedo tutte le discese a mare a piedi giù per La Chiusa, la strada che collega Pisciotta paese con la Marina, in mezzo spaccata dalla Stazione Vecchia, la strada dove passavano i vecchi binari delle ferrovie, con tanto di casello e gallerie buie che più buie non si può. Ho sempre avuto paura di passarci sotto a piedi, così imponente se ci arrivi vicino, ma col motorino, rigorosamente in due come cantava Max, passarla è un attimo e dall'altro lato c'è un gran bel spettacolo ad aspettare i più coraggiosi. Magari la fifona sono solo io!
Tornando alla Chiusa riesco a sentire quei profumi proprio adesso, e il sapore delle more che prendevo insieme a mio padre e dei fichi rubati da quell'albero che sporge lungo la strada. Da piccola proprio non mi piacevano quei frutti dai mille semini e dal siero che usciva da sotto «Attenta col latte che esce, non metterti le mani in bocca dopo!», oggi invece farei carte false per mangiarli!
E la chiesetta? Quella piccola col terrazzino avanti, dove tante volte mi sono fermata a leggere un libro, a scrivere pensieri, seduta sotto l'ombra degli ulivi e con l'aria di mare che fresca arrivava da giù.
I gradoni tutti di grandezze diverse che fai quasi più fatica a scendere che a salire, le api e i calabroni come la pece che ti sfiorano il viso e fiori e fili d'erba che si riprendono ciò che apparteneva alla natura.
E di colpo, ultimo gradino e il mare davanti ai tuoi occhi. E il porto. Pieno di scintillio... è il sole che impreziosisce col pagliuzze dorate quel selvaggio blu.
Poi di colpo i miei pensieri si sono spostati dalle passeggiate in solitaria alla caciara del periodo adolescenziale, il gusto unico dei cornetti di Franco a colazione alle 11 tutti insieme, o meglio ancora l'odore di quelli appena sfornati alle 5 del mattino dopo una notte passata con gli amici ad aspettare l'alba per poi tuffarsi nelle tiepide onde. Le giornate alla Sorgente sugli scoglioni a prendere il sole, giocare a Uno, scrivere poesie e a farsi confidenze tra amiche.
Tra ricordi, immagini, profumi che sono come le madeleine di Proust, mi godo questi pensieri con la certezza che saranno indelebili e sempre nuovi ad ogni incontro con la 'mia' Pisciotta.

Manu


























(Fonte: Emanuela Napoli Photo)
(Tutti i diritti riservati ©)


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